Dopo la vittoria di Napoleone sugli austriaci a Marengo e la pace di Luneville (febbraio 1801), l'antica podesteria di Cavarzere venne divisa in due Comuni separati dall'Adige: Cavarzere Destro e Cavarzere Sinistro. Il primo, incluso nella Repubblica Cisalpina – divenuta poi Repubblica Italiana legata alla Francia – fu soggetto alle moderne regole dell'amministrazione napoleonica; il secondo sotto l'Austria mantenne in parte i suoi vecchi ordinamenti.
Le cose cambiarono nel 1806 quando, sconfitti ad Austerlitz, gli Austriaci se ne andarono dal Veneto e da Cavarzere Sinistro, che rimase un Comune separato ma adottò le norme già in vigore alla parte destra. Per conoscere il numero degli uomini soggetti alla tassa personale fu allora necessario compilare un elenco degli abitanti, che risultarono in tutto 6.124 compresi quelli di Cona, Pegolotte, Foresto, Cantarana e porzioni di Civè e Conca d'Albero.
Questi i dati relativi al solo territorio cavarzerano a nord del fiume: 1367 maschi dai quattordici ai sessant'anni, 683 maschi con meno di quattordici anni e 124 con più di sessanta, 2178 femmine di ogni età. In tutto 4352 anime, raccolte in 1004 famiglie il cui cognome era spesso accompagnato da un detto o soprannome.
I compilatori dell'elenco, chiamato Quinternollo dei collettabili per l'anno 1806, nel trascrivere cognomi e detti esitarono fra dialetto e italiano. Ecco allora l'uso incerto delle doppie anche nella stessa pagina (Cavalaro e Cavallaro, Busato e Busatto...), i soprannomi italianizzati (Pastorèo, Pastorelo; Farinèo, Farinelo), o registrati con una grafia inconsueta (Cocchia, Chiodon, Cauchio, Machia, Chiollo, Chinchio, Checheto, Schiossego, Schianta, Pachiolon, Schiavina... invece di Coccia, Ciodon, Caùcio, Macia, Ciollo, Cincio, Cecheto, S-ciòssego, S-cianta, Paciolon, S-ciavina...).
Duecento anni dopo, molti di quei detti sopravvivono fra noi abbinati agli stessi cognomi di allora (Converso Franzin, Lusian Marostega, Frazzetto Pessarèo, Bartelle Naco, Bello Barica, Franchin Brogna, Vallese Formenton, Danielato Béggiola...). Altri invece, italianizzati, sono divenuti dei cognomi. È il caso di Cecchetto, Chioetto, Pacchiele, nato quest'ultimo dal detto Pachiele, cioè pacièle: le briciole di pane che restano ai lati della bocca quando si mangia oppure le ulcerette che vi si formano – come annota il Boerio nel suo dizionario – e che noi chiamiamo adesso pace. Un termine usato anche per accennare a persone indiscrete o pettegole: “No farte sentire, perché la ga do pace...”; “Se la vegnesse a saverlo, pensa le pace che la farìa!”
L'uso dei detti, frequente tra i popolani che abitavano lungo l'Adige e il Gorzone, dalle Marice fino alla Malimpiera, risulta piuttosto raro a San Pietro, Rottanova e Pettorazzetta. Non tutte le famiglie con identico cognome avevano un detto, necessario tuttavia per cognomi particolarmente diffusi, come dimostrano i ventiquattro detti che servivano per orientarsi fra lo stuolo dei Mainardi. Due loro soprannomi (Macia e Baroto) li usiamo ancora oggi riferendoci a qualcuno dalla parlantina sciolta: “Bisognarìa sentire che macia ch'el xe a parlare!”; o a un tipo poco raccomandabile: “Sta' in guardia, perché te ghe da fare co 'na macia...”; o a chi è conosciuto per una vivacità non sempre innocente: “El ghe n'a fato come Baroto!”
Circa la metà dei soprannomi rimanda al nostro piccolo mondo di allora, che ci viene restituito coi gustosi riferimenti ai mestieri (Munarolo, Cavalante, Barcaro, Pégola, Pessarèo...), all'eterna preoccupazione per il cibo e al granoturco coltivato nei fertili cuori persi fra le zone vallive (Formenton, Granèo, Farinèo, Poenta, Coaro...), agli animali buoni da mangiare e a quelli invece da temere (Gallo, Colombin, Sèlega, Sardella, Sorze, Ponteghin, Donola, Volpe...). E non mancano i numerosi soprannomi che toccano l'aspetto fisico o il comportamento degli individui, anche se più che detti di un nucleo famigliare ritengo fossero talvolta nomignoli personali riferibili al solo capofamiglia. Nomignoli che in qualche caso erano magari divenuti veri e propri detti. Un Mainardi Maciòn – ad esempio – lo trovo già nel 1718. Si trattava di un energumeno che a lungo aveva angustiato il paese esibendosi con spavalderia in risse, bastonature, accoltellamenti. Rinchiuso finalmente nel carcere di Rovigo, continuava a minacciare sanguinose vendette appena fosse uscito, per cui in molti, primo fra tutti l'arciprete, sottoscrissero la richiesta di tenerlo al fresco più che si poteva, lasciando intendere che se ce l'avessero tenuto per sempre nessuno avrebbe protestato.
La fantasia popolaresca da cui erano nati i detti si era esercitata pure su molti cognomi – forse in origine soltanto soprannomi, – anch'essi riferibili agli animali (Cagnoto, Merlo, Quaglia, Gattarossa, Martorello...), al cibo (Paparella, Fava), al lavoro e agli oggetti (Casarolo, Boareto, Fabbro, Monarolo, Scarsella, Sandalo, Braga, Stoppa, Ferro, Sega, Corlo, Sieve, Cassetta...), e infine al compiaciuto o malizioso repertorio dei tratti personali (Bello, Moro, Nero, Curto, Belcaviggio, Naseto, Occhio, Malaman, Ventolino, Pachiolon, Spròcano, Magagna, Magagnato, Mattarello...). Cognomi in parte scomparsi, a volte così strani e rari da non aver bisogno di un detto.
Nulla dovevano invece alla fantasia i soprannomi indicanti il luogo di provenienza di una famiglia (Brésega, Triban, Marostega, Padoan, Buranello, Marinante, Lucca, Adri...). E neppure quei detti che in realtà erano un secondo cognome, assunto per questioni di stretta parentela o di matrimoni (Bruson Catozzo, Tordin Birolo, Salmaso Griguolo, Quagliato Malaman...).
Negli antichi documenti cognomi e detti erano talvolta usati al femminile, come del resto – quando è possibile – facciamo ancor oggi nella lingua parlata (la Gata, la Santona, la Garbineta, la Pellegrina...). Trovo ad esempio che un giudice, venuto da Venezia nell'ottobre del 1797 per investigare su certi disordini avvenuti in paese, interrogò decine di uomini ed anche Maria la Puliera, ragazza che si immagina piena di vita, figlia di Francesco Rubinato con bottega di lasagner in piazza. Ed è una disperata Cattarina Canetta, che nel 1793 insieme ad altre povere donne, piene di figlioli e di fame, implorava dal Consiglio dei Dieci la liberazione dei loro mariti, da parecchi mesi trattenuti ingiustamente in carcere.
I soprannomi finora citati sono presi dal registro del 1806, ed è un peccato che manchino quelli di Cavarzere Destro. Si riferiscono dunque, salvo qualche eccezione, ai popolani di Cavarzere Sinistro, così descritti in un documento del 1801: “Nella massima parte miserabilissimi, tutti pescatori, cannaroli o lavoranti di campagna, a riserva di cinque o sei famiglie di civil condizione.”
Parole che aiutano a meglio comprendere gran parte dei 337 detti raccolti nell'elenco che segue.
Carlo Baldi, 25 maggio 2014
Pietro Longhi: Cacciatore e contadine (Milano, Alemagna) |
Andreolo - Farineo
Archessan - Balota
Arzarin - Maron
Baldon - Pachiele (paciele: briciole)
Battistella - Salate
Beltrame - Bromba (prugna)
Bennagia - Rosa
Boareto - Fenocio
Bortolato - Mela
Bottin - Formenton
Cavallaro - Formenton
Concon - Tega
Corlo - Torso
Fava - Moena
Franchin - Brogna
Gardiolo - Suche
Giolo - Poenta
Mainardi - Pignolo
Maraffin - Sciola
Marcato - Formenton
Morbiolo - Balota, Taggiadela
Nalin - Coaro
Panfilio - Bieta
Pinato - Panà
Segantin - Graneo
Vallese - Formenton
Animali
Berto - Gallo
Busato - Ciòlo (uccello)
Businaro - Lovo (lupo)
Cassetta - Scarabeo
Cecchinato - Gallina
Chioldin - Merlo
Dainese - Bisso
Domenicale - Colombin
Donà - Triton
Fabian - Vacca
Frazzetto - Sorzeto
Furlan - Galana (tartaruga)
Mainardi - Beco, Grillon, Occa, Sorze
Marinello - Gato
Mariotto - Ponteghin, Sardella
Novello - Donola
Paneghetti - S-ciòssego (uccello)
Pelandina - Garzetto
Piasenti - Bissòlo
Rizzato - Volpe
Rubinato - Puliero
Stoppa - Sarega (Sareco, pesce)
Veronese - Sélega
Zecchinato - Toro
Dati personali
Augusti - Zerbin (elegante)
Battistella - Moro Croco
Begiolin - Moreto
Bergantin - Cagaolla
Bona-Pace - Mori
Borato - Balbo
Cavalieri - Moretto, Paciente
Concon - Bala
Dario - Lampo
Donin - Naneto
Fava - Dessavìo, Pio
Favero - Dessavìo
Ferro - Baron (birbone)
Franchin - Zerbin
Garbin - Rosso
Giolo - Cincio (damerino)
Lionello - Moro
Mainardi - Macion, Monon, Rosseto, Streghin
Malaman - Moro
Marchiori - Bon
Mattiazzo - Menudo
Mariazzo - Zerbin
Merlin - Pelegato
Moretti - Nanetti
Pachiolon - Caveggiara
Pavan - Birba
Pizzo - Cincio
Priore - Braccirotti
Rubin - Stéo
Rubinato - Balon
Sandalo - Bregante
Sartorato - Moreto, Pettenello
Stievano - Paciolon
Tortato - Duro
Trapella - Longo
Trovò - Màcia
Viale - Bodolo (grassoccio)
Vigato - Baldo
Zanellato - Fredo
Zen - Boccon
Mestieri e oggetti
Augusti - Cavalaro
Avezzù - Cavalante
Benzo - Callegaro (calegher: calzolaio)
Birolo - Bàgola (bagolina: bacchetta)
Businaro - Patella (toppa)
Bita - Barcaro
Boschiero - Bellachiave, Cocolo monaro
Cassetta - Pastorèo, Crivelaro
Cavazzana - Pastorello
Cestari - Casaro
Curto - Gallan (nastro, fiocco)
Danielato - Pagio
Denzio - Bàgola
Dugo - Smoggia (smoggie: ranno)
Fabbro - Chioetto (chiodino)
Lazzarin - Molina
Lela - Bisto, Biston (matassa)
Fava - Macetta marangon (falegname)
Ferrarese - Ferin, Diamante
Ferrarin - Diamante
Frazzetto - Pessarèo
Gasparetto - Braghetto
Ghedina - Pégola
Guerra - Cortelin
Mainardi - Mercante, Paletto
Maneo - Sega
Mantoan - Tartana
Maraffin - Sandon
Mariotto - Tognella (togna: lenza)
Martorello - Tosarin (barbiere?)
Mazzuccato - Ves-ceto
Menardin - Marea
Meneghetti - Carbon
Merlo - Ciodon
Michielon - Cavallaro
Olivato - Coppo
Pachiega - S-ciavina (coperta)
Padoan - Gallan
Pavanato - Caporale
Piva - Barilon
Pozzato - Marinante
Rando - Galossaro (calzolaio)
Renesto - Segantin
Rubinato - Caùcio (cavicchio)
Sagini - Muraro
Scarsella - Pistola
Seron - Batòcio
Sigolo - Ciavegante
Tempesta - Campanaro
Tomasi - Munarolo
Ventura - Munarolo
Zullato - Fante
Vari
Angiolin - Pinton
Bagatella - Canton
Baldon - Main, Brésega
Banzato - Fantarin, Pizzagato
Baraldo - Bischera, Mota
Bartelle - Naco
Beggiele - Bombo
Beggiolin - Broco, Rutto
Beggio - Paolasso
Bego - Bùbula
Bellato - Malosso
Bello - Barica, Cecheto
Bergantin - Sparpagiolo
Bernato - Picegato
Berto - Guolo
Bianco - Scalzareto
Binato - Bellinello
Birolo - Dalla
Borella - Chiampo
Bosello - Momi
Bozzolan - Badoelo
Braga - Stanghelan
Braghin - Fallido
Brentan - Riba
Bruson - Catozzo
Burin - Bembo
Busato - Faggioto, Lunardi, Novo, Ruto, Tarabara, Tita
Cagnoto - Giandosa
Campaci - Bisigaglia, Bilo
Camuffo - Tandioto
Canella - Franchin, Taschin
Cardin - Casavolo
Carraro - Piva
Casarolo - Baghin
Cassetta - Badalon, Donà, Rugo, Breschin, Brasolin
Cavalieri - Vitamia
Cavazzana - Ogno
Conselvan - Zigogia
Conti - Tengaro
Contiero - Baldon
Converso - Franzin
Danielato - Béggiola, Sabin
Daniele - Barneco
Donà - Triban
Doria - Celi
Fante - Baba, Faggioto
Fantinato - Pizzon
Fava - Betton
Fecchio - Buso
Pellegrin - Ferrante
Ferrarese - Forin, Rogana
Ferrari - Sona
Fontolan - Mota
Frezzato - Scalzareto
Garbo - Frato
Giubbe - Panfilio
Giuriato - Zaratella
Grandan - Capato
Greggio - Rizzato
Lazzarin - Bertoldo, Gabo, Pandecao, Schebro, Menegato
Lessio - Sera
Lionello - Toto
Longo - Zaule
Luccato - S-cianta
Lusian - Marostega
Mainardi - Baroto, Bernardinello, Camella, Carletto, Coccia, Ferraroto, Melle, Puate, Rovato, Sbrogiò, Tambosso, Troi, Zigola
Madruzzato - Bassanello
Magagna - Vetorato
Magagnato - Naccaretti
Mantoan - Gigi
Mariazzo - Patao
Mazzuccato - Cantin
Melato - Mazetti, Passeti
Molin - Capece
Monarolo - Sabadina
Morbiolo - Checon
Moro - Scalzaro
Moscardo - Cotima, Giomo
Nalin - Arzarin
Nero - Spincio
Negrini - Bastiato
Nonato - Mariasso, Patao
Olivato - Dere, Scavessa, Zorna
Orelio - Bellato
Padoan - Santi di Dio
Palin - Pressa
Paparella - Tiso
Pavan - Menette
Pavanato - Caparotolo
Pellegrin - Ferrante
Pelli - Pizzaguerra
Pierobon - Bolani
Pinchiorlo - Turlon
Piva - Mattiolo
Poleto - Busafredda, Pissaguera
Polonio - Pontellato
Pozzato - Tramonte
Quaglia - Baldinello, Gallega
Quagliato - Malaman
Rocca - Valentini
Romagnolo - Paolon
Rubinato - Orelio, Pitetto
Sacchetto - Menone
Salmaso - Griguolo
Salvadego - Figliolin
Sandalo - Mama
Sartorello - Rizzieri
Scalzareto - Pedoco
Sega - Maneo
Sgobbi - Menegato
Sguaraldo - Mota
Sieve - Buranello
Tasso - Bada, Morobada
Tempesta - Calzavara
Tian - Megiorin
Tomasi - Prussian
Tondin - Paesante
Tordin - Birolo, Carlina, Maureto
Tosello - Padoan
Tresoldi - Lucca
Trigolo - Meneguzzo
Turato - Frattarello
Vascon - Vedoelo
Zago - Malacion, Malachin
Zanellato - Freddo, Manoli, Monconi
Zanghirato - Paesante
Zangirolamo - Medea
Zanovello - Pierassi
Zorzin - Adri
Pietro Longhi: La preparazione dei fucili (Pinacoteca Querini Stampalia) |
Nessun commento:
Posta un commento